martedì 19 ottobre 2010

Minacce alla Hunziker, arrestato

Per otto mesi ha perseguitato con biglietti, anche minacciosi, e pedinamenti Michelle Hunziker, seguendola durante i suoi spettacoli o nei luoghi di lavoro e vacanza. Con l'accusa di stalking è stato arrestato un uomo di 48 anni, in passato già condannato per aver sequestrato l'ex fidanzata. Le molestie erano diventate così insistenti da provocare nella show girl seri timori per l'incolumità propria e della figlia.
Si tratta di Pietro Pingitore ed è stato arrestato a Genova dove si era recato per assistere allo spettacolo della showgirl. L'arresto è stato chiesto e ottenuto dalla procura di Milano ed è stato disposto dal gip Vincenzo Tutinelli. L'inchiesta è nata in seguito alla querela della Hunziker perseguitata da Pingitore tra il 16 febbraio e il 16 settembre.

Agli atti dell'indagine numerose e-mail inviate da Pingitore, dal contenuto "delirante, petulante, minaccioso e ingiurioso". Dal "Ti amo. Domenica 14 sarò all'Arco della Pace, ti prego... Ti aspetto così ci prendiamo un the. Al "Ciao amore mio, domani ci sarà una prova evolutiva forte per te, la tua incolumità potrà essere minacciata", fino al "Prima o poi ti sfregio quel bel viso" e altre frasi del genere.

L'uomo ha anche pedinato la showgirl in vacanza e al lavoro: per esempio il 30 agosto si era presentato a Senigallia nell'albergo dell'attrice televisiva con un cesto con dentro alimenti e immagini religiose, e poi il primo settembre aveva assistito a uno dei suoi spettacoli teatrali e non aveva distolto lo sguardo non solo da Michelle Hunziker ma anche dalla figlioletta di 13 anni, a cui peraltro aveva indirizzato una o due lettere.

Per mercoledì mattina è stato fissato l'interrogatorio di Pingitore, che in passato ha subito una condanna, passata in giudicato, per il sequestro della sua fidanzata. Putroppo per Michelle, che ha creato una "Fondazione Doppia Difesa" proprio per aiutare le donne vittime di abusi e violenze, questo non è che l'ultimo stalker a prenderla di mira.


http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo493640.shtml

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